La VR in medicina

Qualche informazione

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Intro

La Realtà Virtuale (o VR – Virtual Reality) è una tecnologia in grado di fornire notevoli vantaggi nel mondo della psicologia, sia per i pazienti che per i medici e tutti gli altri operatori coinvolti nei processi di diagnosi e cura. In pratica questi sistemi di VR più o meno complessi (in termini di hardware e software) permettono di ricreare i contesti sensoriali con cui far interagire il paziente, riproducendo le stesse situazioni della vita di ogni giorno e, di conseguenza, mettendo i moto gli stessi processi psicologici. Numerose sono le esperienze e sperimentazioni, a oggi ancora in espansione, che provano la reale efficacia di queste tecnologie nel trattamento di un ampio range di disturbi: dalle semplici fobie a problemi più complessi come lo stress post-traumatico (Post Traumatic Stress Disorder, PTSD), oppure autismo o anche nel campo delle cure palliative e terapie del dolore.

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Storia

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Già dagli anni 90 si trovano tracce dell’adozione di questi sistemi per la diagnosi e terapia di disturbi del comportamento.

Un valido esempio è quello del Dr. Albert “Skip” Rizzo, psicologo clinico e direttore per la realtà virtuale medica presso l’Istituto per le tecnologie creative della University of Southern California. 

In oltre 20 anni, con il suo team, ha sviluppato ambienti di VR per curare i veterani affetti da PTSD (post-traumatic stress disorder), disturbo provocato dall’aver vissuto esperienze di guerra. Rizzo afferma che la VR può essere impiegata in tanti altri casi per sviluppare un’assistenza medica personalizzata, ma soprattutto spiega che non si vuole sostituire il medico con il software. La paura maggiore in questo campo è che la tecnologia metta una barriera fra medico e paziente, ma invece i pazienti hanno affermato che con questa tecnologia, creando le varie situazioni di disagio, i terapeuti riescono a vedere cosa hanno passato e quindi li sentono più vicini. Quindi non si stanno mettendo barriere, ma si stanno condividendo esperienze. Con la simulazione si punta a fare rivivere al paziente le emozioni che gli hanno scatenato il trauma, ma in un ambiente protetto come lo studio medico. Questa tecnica è nota come “desensibilizzazione sistematica” e consiste nell’esporre in maniera graduale il paziente alla situazione temuta e mettendolo in contatto con le sensazioni, i sentimenti e i pensieri correlati ad essa, così da imparare a controllare e gestire meglio i livelli di ansia. Nella maniera tradizionale il buon esito dipende dalla capacità di immaginazione del paziente, mentre con la VR lo si immerge nell’ambiente virtuale, aumentando così l’efficacia dell’esperienza. Questa esposizione inoltre viene effettuata in maniera graduale, decidendo quindi in tempo reale a quali esperienze sottoporre il paziente, in base alle sue reazioni agli stimoli.

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VR/AR/MR

Non c’è solo la VR ma anche la Realtà Aumentata (AR – Augmented Reality) e fanno parte entrambe della stessa famiglia di tecnologie in cui è compresa anche la Realtà Mista (MR – Mixed Reality).

La VR ha lo scopo di creare una replica il più fedele possibile della realtà, in modo che i sensi del soggetto che la impiega vengano “ingannati”, percependo come reale l’ambiente virtuale. Questo gli permette di vivere esperienze che nella quotidianità gli sarebbero precluse. Quando parliamo di VR solitamente ci riferiamo alla tipologia “immersiva”. Attraverso appositi dispositivi (visori, sensori di movimento, ecc.) il sistema fa letteralmente immergere l’utente nell’ambiente virtuale, mostrandoglielo in ogni momento dal punto di vista determinato dai suoi movimenti. 

Invece l’AR è qualcosa di diverso. In questo caso parliamo di scenari virtuali che si sovrappongono alla realtà normale. Questo va ad arricchire (o aumentare) l’ambiente reale, permettendo all’utente di ricevere maggiori informazioni e/o stimoli. Un esempio potrebbe essere quello di una app per il turismo che, una volta inquadrato un monumento con lo smartphone, permette all’utilizzatore di vedere informazioni sulla storia di quel monumento, magari anche sovrapponendo all’immagine reale contenuti dell’epoca della realizzazione (simulare il passaggio di carrozze e gente in auto d’epoca davanti a una chiesa antica, ad esempio).

La realtà mista, come dice il nome, è una tecnologia che permette l’interazione di un soggetto con l’ambiente virtuale, quindi si mescolano la realtà normale con quella virtuale. L’utente può interagire con l’ambiente attraverso l’uso di sensori che intercettano i suoi movimenti riportandoli nel virtuale, consentendogli quindi di interagire con l’ambiente stesso. Si tratta quindi dell’incrocio fra la realtà normale, l’input umano e l’elaborazione del computer che li fonde nell’ambiente virtuale. 

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